L'Oceano Ligure-Piemontese.

170-150 milioni di anni fa (giurassico medio), al tempo dei dinosauri, i movimenti che stavano portando all’ apertura dell’ Oceano Atlantico, e quindi alla separazione dell’ America dalla Pangea, crearono delle fratture che allontanarono l’Europa dall’ Adria; nel mezzo si aprì un bacino oceanico: L’oceano Ligure-Piemontese. Questo oceano , piccolo ma profondo almeno un paio di chilometri, si espandeva lentamente ma inesorabilmente man mano che i continenti si allontanavano l’uno dall’ altro.

L'espansione dell' Oceano Ligure-Piemontese sommerse alcune porzioni dei territori che nel Triassico si trovavano in superficie. La geografia dell'Area nella quale sarebbe nata l'Italia cambiò, e passò da un tratto di mare di basso fondale con atolli e scogliere coralline ad un braccio di mare profondo fino a 2000 metri.

Vedi anche:

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La nascita di un oceano e le sue rocce:le ofioliti

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Come si è formato l'oceano Ligure Piemontese?

 

Le rocce dell'Oceano Ligure-Piemontese: le ofioliti.

Le prove dell'esistenza in passato dell' Oceano Ligure Piemontese oggi le ritroviamo sul suolo Italiano nelle rocce tipiche di un fondale oceanico in espansione, tali rocce sono le ofioliti che hanno fatto diventare aree di interesse geologico e geo parchi alcuni luoghi italiani, come ad esempio il geo-parco del Beigua.

Intorno all' Oceano Ligure Piemontese c'era la Tetide, un vastissimo golfo sul quale l'Europa e L'Africa si affacciavano l'una di fronte all'altra. Fino a poco tempo fa si pensava che l'Italia Giurassica fosse sotto il livello del mare , teoria confortata anche dalle rocce sedimentarie che costituiscono la maggior parte del nostro paese. Numerose conchiglie fossili e qualche animale marino erano i ritrovamenti paleontologici conosciuti.

La sorpresa arrivò recentemente quando si scoprirono fossili di Dinosauro, una scoperta che rivoluzionava e metteva in discussione l'idea che la geologia si era fatta dell'Italia Giurassica.

Dalle à ammonites de Digne-les-Bains (Alpes-de-Haute-Provence) foto ©Michele Pregliasco 2010 - Tutti i diritti riservati

Le ammoniti.

Phylum: Mollusca
Subphylum: Conchifera
Classe: Cephalopoda
Sottoclasse: Ammonoidea

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Ammonite

Nel profondo oceano Ligure-Piemontese nel quale la vita prosperava non poteva mancare un icona dei mari giurassici: l'ammonite. Questi cefalopodi avevano una conchiglia suddivisa in camere, chiamate setti, di cui l'animale occupava solo l'ultima. Allagando le camere l'ammonite era in grado di controllare la profondità di immersione alla stessa stregua di un moderno sommergibile.

Mare Profondo.

Il mare nel Giurassico sprofondava sempre di più e il fondale arrivò a misurare più di 1000 metri di profondità.

Queste grandi fosse si riempirono di sedimenti, in particolare di fanghi calcarei ricchi di ferro. Da qui il colore rosso del Rosso Ammonitico, nel quale è facile trovare le Ammoniti.

foto ©Michele Pregliasco 2010 - Tutti i diritti riservati
Piz Boè e Ammonitico rosso. Trentino Gruppo del Sella.

Gli ittiosauri.

Questi rettili sono comparsi sulla terra nel Triassico ma solo nel giurassico si evolsero con forme vicine a quelle dei delfini, con pinna caudale ampiamente falcata e pinna dorsale ben sviluppata.

Da notare la grandezza degli occhi, enormi se rapportati al corpo dell'animali e circondati da un anello osseo. La vista così altamente sviluppata serviva loro a cacciare nelle oscurità del fondo marino.

Dove vederli ?
Museo di Milano di scienze naturali
Réserve Géologique de Haute Provence

©john Sibbick

Ichthyosaur, Temonodontosaurus

Dinosauri d'Italia.

sopra: Questo file proviene da wikimedia common e può essere utilizzato da altri progetti, autore:ArthurWeasley.

Dilophosaurus Lavini di Marco, Teropode Carnosauro

a lato: ©Michele Pregliasco 2010, Nikon D70

Dilophosaurus Lavini di Marco, impronta fossile , Teropode Carnosauro

 

 

 

 

Link esterni:

 

Per molto tempo si è pensato che in Italia i dinosauri non fossero mai esistiti. La ragione è la teoria seconda la quale il nostro paese all' epoca di questi grandi animali, ovvero il mesozoico, era sotto il livello del mare. Tuttavia i recenti ritrovamenti devono far riflettere su questa supposizione: numerose sono le impronte di grandi rettili che dal Nord al Sud hanno percorso la penisola e, a maggiore conferma , contro ogni aspettativa sono stati ritrovati dei reperti fossili.

Il Trentino (Lavini di Marco), la Puglia (Altamura), La Spezia (comune di Lerici) sono i luoghi ove si sono scoperte impronte di Sauropodi, Ceratopsidi, Iguanodonti, Anchilosauri, e vari tetrapodi. Nel sito di Altamura sono state rilevate da 25.000 o 30.000 impronte di ornitopodi, risalenti al Cretacico Santoniano.

E' chiaro però che niente potrebbe suscitare la curiosità del pubblico come il ritrovamento dei fossili di Dinosauro italiani...

Ciro, ovvero Scipionyx samniticus.

Il primo scheletro di dinosauro fu trovato in Italia a Pietraroja (BN), località fossilifera campana alla fine degli anni 70. Una scoperta casuale da parte di un paleontologo dilettante, Giovanni Todesco, che solo anni dopo capì la natura del suo ritrovamento.

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Scipionyx.
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Museo civico di storia naturale a Milano. Lastra con il fossile (il primo, e per ora l'unico, di questa specie) di cucciolo di Scipionyx samniticus. Il fossile è di estremo interesse scientifico in quanto conserva in modo eccezionale le impronte delle parti molli e addirittura degli organi interni.

Chi era Ciro.

Lo Scipionyx samniticus , conosciuto con il nomignolo di Ciro, è un Teropode vissuto 113 milioni di anni fa, nel Cretaceo. Ha 2 particolarità che ne fanno uno dei fossili più interessanti al mondo:

  • L'eccezionale stato di conservazione, per il quale è possibile vedere alcuni organi interni.
  • E' un cucciolo appena nato, di soli 50cm

Era un veloce predatore, con zampe dotate di affilati artigli ben visibili sul reperto fossile.

 

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Taglia di Scipionyx samniticus

Antonio, Tethyshadros insularis

 

Nome scientifico:Tethyshadros insularis
Tipo di dinosauro Adrosauro primitivo
Lunghezza 4 metri
Altezza 130 cm
Peso stimato dell'individuo Approssimativamente 700 Kg
Sesso Probabilmente femmina
Età 6 anni di vita, esemplare adulto o sub-adulto
Alimentazione Erbivora
Abitudini di vita Viveva in branchi, in modo simile ad erbivori attuali quali, antilopi, gnu ecc..
Clima Tropicale o subtropicale
Periodo geologico Cretacico superiore (Santoniano superiore) cioè all'incirca 78 milioni di anni fa.

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Fossil of Tethyshadros, an extinct ornithopod

Chi era Antonio.

La località fossilifera Villaggio del Pescatore, vicino a Trieste, regala all'Italia un' altro dinosauro.

Questa volta si tratta di un erbivoro, un adulto , chiamato simpaticamente Antonio .
Quando il prof. Marco Dalla Vecchia si accorge che questo animale costituiva una nuova specie, unica al mondo, lo ribattezzò Tethyshadros insularis, nome che significa “dinosauro adrosauroide insulare della Tetide”.

Antonio, lungo 4 metri, è il più completo dinosauro di dimensioni medio-grandi mai rinvenuto in Europa in tempi recenti, visse nel Cretaceo superiore (Maastrichtiano, circa 70 milioni di anni fa).

"Diversamente dai suoi “parenti” del Nord America e dell’Asia che popolavano ampie zone continentali, Tethyshadros viveva su di un’isola relativamente piccola (grossomodo con la superficie dell’attuale Cuba) e da poco emersa dal mare, situata nella parte occidentale dell’oceano Tetide tra l’Africa e la massa continentale nord europea (corrispondente in gran parte all’attuale Scandinavia ed Europa orientale). Infatti, 70 milioni di anni fa l’Europa meridionale, centrale ed occidentale erano un arcipelago di isole situato a latitudini subtropicali .......... Tethyshadros non è un gigante, sebbene appaia grande in confronto ad un uomo. E’ piuttosto piccolo, invece, per le dimensioni corporee standard dei suoi “parenti”, probabilmente perché viveva su di un’isola. Infatti, specie animali di grandi dimensioni riducono la propria taglia quando rimangono isolate in territori di limitata estensione, un fenomeno noto come “nanismo insulare”.

M. Dalla Vecchia

 

Fabio Marco Dalla Vecchia,il paleontologo che ha effettuato lo studio di "Antonio". Disegno di Panzarin

Saltriosauro.

Era l'Agosto del 1996 quando nella Cava "Salnova" di Saltrio (Varese) Angelo Zannella scopre delle ossa che si riveleranno appartenere al più grosso e antico dinosauro , rinvenuto in Italia fino ad ora.

Di quale specie si tratta, a quale famiglia appartiene ? Questo è ancora da determinare.

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Fossil of "Saltriosaurus", an extinct theropod dinosaur

Nome comune: Saltriosauro (rettile di Saltrio)
Nome scientifico: da determinare.
Ordine: Saurischi (dinosauri "con bacino da rettile")
Sottordine: Teropodi (saurischi carnivori bipedi, "con piede da bestia")
Clade: Tetanuri (teropodi "con code rigide", con tre dita negli arti anteriori)
Famiglia da determinare
Luogo e data di nascita Saltrio (Varese) 200 milioni di anni fa (Giurassico inferiore)
Età adulta
Sesso ignoto
Habitat ambiente costiero di clima tropicale, a nord-ovest dell'oceano Tetide
Distribuzione geografica ignota: finora, al mondo, non sono stati scoperti altri esemplari
Stile di vita andatura bipede con coda sollevata e testa protesa in avanti, caccia d'agguato
Dieta carne di dinosauri erbivori, forse anche di piccoli
Segni particolari denti aguzzi e seghettati, mani con tre dita armate di artigli ricurvi, furcula
N.B. è il più antico tetanuro del mondo

Tratto da: comune di Saltrio

per saperne di più:

La storia geologica d'Italia e dei suoi oceani.

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