Le zone umide.

Grande importanza in termini di biodiversità hanno tutti quei luoghi dove l'acqua permane per tutto o per gran parte dell' anno.

Si tratta di laghi, torbiere, fiumi , stagni, lagune, litorali , che vengono indicati dalla scienza con un unico nome: zone umide.

Molti sono gli animali che vivono nelle zone umide, se pensi ad esempio ai pesci, agli uccelli, ma in questa sede ci occuperemo degli animali più piccoli e più nascosti.

foto ©Michele Pregliasco 2010 - Tutti i diritti riservati

Airone cenerino, Oasi di Torrile. (appostamento da capanno)

Gli insetti.

Ai primi posti nella catena alimentare ci sono gli insetti, senza di loro la vita nelle zone umide non potrebbe esistere.

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La rana.

Gli anfibi sono animali particolarmente legate all'acqua. Nonostante siano dotati di polmoni parte delle loro respirazione avviene attraverso la pelle, ma questo sistema funzione fino a quando la pelle è umida. Per questo motivo gli anfibi sono strettamente legati all'acqua, oltre al fatto che durante gli stadi di vita giovanili sono totalmente acquatici e respirano attraverso le branchie.

 

 

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Una rana presso l'oasi di Crava-Morozzo.

Il rospo (Bufo bufo).

Più grosso e meno elegante delle rana il Bufo bufo è l'anfibio più grande d'Europa.

Ha una pelle verrucosa che secerne sostanze velenose (e allucinogene) per difesa.

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Bufo bufo, Val D'Aveto,Lago delle Lame.

La rana temporaria.

La caratteristica della rana temporaria è la sua attitudine a vivere a quote elevate, fino ai 2000m.

 

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Rana temporaria, parco dell' Aveto, monte Penna

Il tritone alpestre.

Anche questo è un anfibio ma con una lunga coda (per questo motivo appartiene all' ordine degli Urodeli o Caudati) che agevola l'animale nel nuoto.

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Tritone alpestre, in basso la femmina.

La torbiera.

Tutti  i laghi col tempo si colmano di detriti e diventano paludi, acquitrini, zone prative, boschi.

Una particolare condizione è quella della torbiera che si realizza quando il ricambio d’acqua è estremamente lento  per cui l’ossigeno si consuma completamente.

Ne consegue che tutti i processi di degradazione della materia organica condotti da batteri aerobici (cioè dai batteri che utilizzano l’ossigeno) non possono avere luogo. Perciò la materia organica si deposita sul fondo senza essere stata decomposta si ha cioè quello che si chiama Torba.

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Torbiera del Laione, Parco del Beigua

Condizioni di vita difficili.

Nella torbiera si sviluppano batteri anaerobici (che non utilizzano l’ossigeno), che rilasciano nell’ ambiente sostanze tossiche come acido solfidrico, ammoniaca e idrocarburi.
I batteri anaerobi sono molto meno efficienti rispetto ai loro “colleghi“ aerobici , specialmente per quanto concerne la fissazione dell’ azoto.

Questa importante funzione, svolta dai microrganismi, permettere alle piante di assumere questo elemento che esse non sono in grado di ricevere allo stato gassoso direttamente dall’ atmosfera. Se pensiamo che l’azoto è uno dei principali costituenti degli amminoacidi, i mattoni con il quale sono costruite tutte le cellule viventi, possiamo immaginare quanto una torbiera crei dei seri problemi  a tutte le piante che tentano di insediarsi qui.
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L’iridescenza che si nota nell’acqua in questa torbiera è causata da batteri anaerobici

Le piante carnivore.

Ma le strategie di sopravvivenza non finiscono mai di stupirci: dove prendere l’azoto che serve ? Semplice da altri esseri viventi che passano di lì, ed ecco così le piante carnivore.
In realtà sono minuscole piante, “attenzione a non calpestarle”, che catturano qualche insetto per rimpinguare la loro scorta di azoto.

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Pinguicola, prato mollo, parco dell' Aveto

Strategie di sopravvivenza delle piante carnivore.

Le piante insettivore usano minuscole gocce di un liquido vischioso per intrappolare gli insetti. Questo liquido contiene un enzima digestivo che digerirà letteralmente il malcapitato.

Notare nella foto in alto a destra il fiore che è tenuto a debita distanza dalle foglie vischiose, per permettere agli insetti impollinatori di avvicinarsi senza temere di rimanere intrappolati.